Parole chiave
Approccio partecipativo e delle autorità
Costruzione dei mercati locali
Salvaguardia della biodiversità
Cibo tradizionale (locale)
Contesto
Nel parco nazionale italiano del “Cilento e Vallo di Diano” ci sono 350 fattorie che adottano il metodo di produzione biologico. In quest'area che si estende per 3196 chilometri quadrati è stato creato il primo Distretto Biologico Europeo ad ampio orientamento (si occupa anche delle problematiche riguardanti l’agricoltura, ambiente, cultura, società, eco-turismo e cibo ecologico). Il Bio-Distretto coinvolge 95 municipalità e 3 luoghi di interesse culturale, vale a dire Paestum, Elea-Velia e Padula. È stato fondamentale il ruolo ricoperto dall'amministrazione pubblica che ha organizzato sul territorio in partnership con l'A.I.A.B (Associazione Italiana per l’agricoltura biologica) attività importanti dal punto di vista informativo, educativo e promozionale. Lo scopo principale del Bio-Distretto è quello di concentrare l'offerta, valorizzare le piccole produzioni attraverso l'uso di un marchio comune, proponendo un “paniere di prodotti” che abbia la maggiore varietà possibile e che sia disponibile durante tutto il corso dell'anno. E anche promuovere mercati alternativi legati al catering biologico (scuole, ospedali, ecc.), alla filiera breve (come i mercati all'aperto, i gruppi di acquisto solidale) e al notevole flusso turistico del Parco (più di 5 milioni di presenze nell'anno passato).
Tutto questo accade nell'area del Cilento, luogo dedicato alla “dieta mediterranea”. Questo tipo di dieta è stata codificata e arricchita a livello scientifico da Ancel Keys, seguendo il modello locale di dieta. Il collegamento con l'agricoltura biologica rende più efficace e completa la dieta mediterranea. In effetti la qualità del cibo è importante per evitare problemi di salute.
Obiettivi
Sviluppo del mercato locale
Salvaguardia della biodiversità
Protezione dell'ambiente e sfruttamento dei terreni
Processo
Il Bio-Distretto, coordinato dall'AIAB, ha concretizzato i grandi sforzi lavorativi fatti da privati e istituzioni pubbliche, operatori turistici e rurali. Ha creato un efficace laboratorio permanente con iniziative di alto profilo culturale che mirano allo sviluppo etico, sociale del territorio del Cilento sulla base di un modello biologico.
Innanzitutto è stata creata una rete di collegamento tra fattorie biologiche, associazioni dei produttori, municipalità, ristoranti biologici, operatori eco-turistici e infine consumatori (ad esempio i gruppi GAS che sono gruppi di acquisto socialmente orientati). In questo modo il Bio-Distretto può effettivamente portare al maggiore afflusso di turismo qualificato, distribuito oltre che nel periodo estivo anche nel resto dell'anno. Le fattorie biologiche (sotto il controllo e con la certificazione delle legislazioni e delle leggi europee) raggiungerà in questo modo l'obiettivo di avere un mercato locale in grado di apprezzare le eccellenze biologiche tipiche del territorio e perciò sarà riconosciuto in modo adeguato il suo impegno nella salvaguardia della biodiversità. Inoltre sarà assicurata la realizzazione della “filiera breve” che, mettendo in contatto diretto i produttori e gli acquirenti, permetterà nuove relazioni basate sulla conoscenza reciproca e sulla fiducia.
Infatti i consumatori del Bio-Distretto avranno ad esempio la possibilità di conoscere il luogo di produzione dei prodotti. Sarà anche possibile stabilire una relazione diretta tra i consumatori e gli agricoltori che partecipano all'Accordo sul distretto biologico. Gli agricoltori che lo sottoscrivono si impegnano a lavorare rispettando i criteri della produzione del cibo biologico, tipico e senza OGM così come le questioni etiche e sociali su cui l'agricoltura biologica si basa.
Attività
Il Bio-Distretto che si prefigge di rappresentare una caratterizzazione eco-compatibile delle più antiche catene alimentari (legumi, olio d'oliva, miele, formaggio di capra), è un progetto che contempla molte attività. Gli bio-sentieri sono percorsi che attraversano le fasi dell'agricoltura biologica (fattorie, agriturismi, luoghi di valore ambientale per la preservazione della biodiversità e delle tradizioni locali) assicurando una sorta di legame tra le aree turistiche della costa e quelle rurali dell'entroterra.
Le belle spiagge del Cilento, che in estate si riempiono di turisti provenienti da tutto il mondo, costituiscono un mezzo perfetto per promuovere le aree rurali così come le produzioni biologiche locali. Le esperienze fatte con “bio-spiagge” e “mercati del biologico” hanno avuto negli anni precedenti un'efficace funzione di stimolo per molte fattorie biologiche.
Limiti e difficoltà
Fattorie piccole (con piccole produzioni) che non sono in grado di soddisfare la crescente
domanda (locale) di cibo biologico
Costi di certificazione troppo alti per le piccole fattorie
Burocrazia richiesta per aprire nuove mense pubbliche (scuole, ospedali)
Risultati e impatti
Maggiore interesse per il cibo locale
Più visitatori nell'area del Cilento nella bassa stagione
Comunità collegate ai produttori locali
Collegamento tra aree turistiche (sulla costa) e rurali (nell'interno)
Domande
a. Che cos'è una filiera breve?
b. Quali strategie sono importanti per sviluppare i mercati locali?
c. Chi controlla le fattorie biologiche?
d. Come possono essere massimizzati gli impatti postivi attraverso il Bio-Distretto?
e. Quanto è rilevante l'approccio partecipativo?
Contatti
www.biodistretto.it
E-mail: info@biodistretto.it
Piazza San Silvestro, 10 – 84052 Ceraso (SA) – ITALIA
Contact: Pantaleo De Luca, Ph. +39 3398
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