Parole chiave
Governance and participatory approach
Building local markets
Food
Contesto
L’AIAB ha promosso la costituzione di una rete di “fattorie sociali”, composta da aziende agricole, cooperative agricole, cooperative sociali, comunità di accoglienza, associazioni di produttori agricoli. L’intento era quello di coniugare l’attività produttiva agricola e l’inclusione sociale e lavorativa in azienda di soggetti marginali o a scarso potere contrattuale, come disabili psico-fisici, persone con disagio mentale, detenuti ed ex detenuti, persone soggette a dipendenze (tossicodipendenti e alcolisti), emarginati sociali.
Le attività di produzione vengono quindi considerate come strumento di integrazione di soggetti emarginati dalla società, ponendo maggiore attenzione al valore della multifunzionalità in agricoltura, ovvero la capacità di un’azienda agricola di offrire oltre alla produzione di alimenti anche servizi alla persona ed alle comunità rurali e periurbane. In questi processi viene inoltre privilegiata la filiera corta ed il contatto diretto tra chi produce e chi consuma. Lo scopo è quello di utilizzare il processo produttivo agricolo biologico per produrre cibo di qualità ed al tempo stesso generare benessere individuale e sociale.
Obiettivi
Agevolare l’inclusione sociale
Incentivare la filiera corta
Mettere in rete le imprese sociali
Processo
Attraverso alcuni progetti specifici, l’AIAB ha lavorato negli ultimi alla diffusione delle pratiche di agricoltura sociale. In particolare ci si è avvalsi del contributo di Enti della ricerca, come le Università di Pisa e Viterbo (CIRAA - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-ambientali “E. Avanzi”, Università di Pisa e del DEAR - Dipartimento di Economia Agroforestale e dell’Ambiente Rurale, Università della Tuscia), associazioni di produttori (ALPA - Associazione Lavoratori Produttori dell’Agroalimentare), aziende pubbliche e private.
Sono state identificate le pratiche di agricoltura sociale come buone pratiche di sviluppo rurale, capaci di generare un’economia solidale, volta a valorizzare il territorio, offrendo opportunità lavorative e di inclusione sociale a soggetti svantaggiati. Queste pratiche hanno varcato i confini nazionali per diffondersi anche a livello comunitario.
Attività
Le attività progettuali hanno riguardato lo sviluppo e la promozione della Rete delle biofattorie sociali (portando all’elaborazione del primo censimento sulle biofattorie sociali in Italia e alla costituzione della rete delle biofattorie) ed “Il ruolo dell’agricoltura come strumento del welfare partecipato”, che ha visto la realizzazione di una ricerca su agricoltura sociale e welfare, la sua diffusione a livello nazionale attraverso una newsletter settimanale, due convegni pubblici, due pubblicazioni e un corso di formazione finalizzato a creare le competenze per la gestione di programmi agricoli a valenza sociale. Il corso era riservato a soci, operatori AIAB e ALPA, impegnati concretamente nell’agricoltura sociale.
Limiti e difficoltà
Difficoltà burocratiche (permessi, autorizzazioni, ecc.)
Messa in Rete delle realtà e delle iniziative
Risultati e impatti
Inclusione sociale
Sviluppo di un’economia solidale
Mettere l’uomo al centro del processo produttivo
Domanda
a.Quali sono le finalità di un’impresa sociale?
b.Quali strategie possono essere adottate per favorire l’inclusione sociale?
c.Quali sono le peculiarità di una biofattoria sociale?
d.Come può essere incentivato il welfare partecipato?
e.Perchè è importante la messa in rete di tutti i soggetti?
Contatti
www.fattoriesociali.com
E-mail: info@fattoriesociali.com
www.aiab.it
E-mail: bioagricolturasociale@aiab.it
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