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TRASMISSIONE FAME

Page history last edited by giordano golinelli 13 years, 11 months ago

 

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Temi: diritti umani, fame e povertà nel mondo, identità, globalizzazione e cibo, cooperazione internazionale, sovranità alimentare (in sintesi: problemi, principi, responsabilità)

 

Trascrizione

 

Last food. Il cibo sano è perso?

Ciclo di trasmissioni radiofoniche sui temi della sovranità alimentare, dell’agricoltura biologica, del diritto al cibo sano e giusto.

 

In questa puntata:

  • Il diritto all'alimentazione è o no un diritto umano?
  • Nel XXI secolo la fame continua a crescere
  • Quali soluzioni? La via della  sovranità alimentare

 

In studio: Alexandra e Luca

 

Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura), per condurre una vita sana e attiva, dobbiamo disporre di alimenti in quantità, qualità e varietà sufficiente a soddisfare i nostri bisogni energetici e nutritivi. Senza una nutrizione adeguata infatti i bambini non possono sviluppare pienamente il loro potenziale di crescita e gli adulti avranno difficoltà nel mantenere o accrescere il loro.

Perché esistono ancora la fame e la sete nel mondo?

Perché tanti Paesi non riescono a soddisfare i bisogni alimentari della loro popolazione? Di chi è la responsabilità, e poi, noi possiamo fare qualcosa?

Siamo andati a fare qualche intervista per strada, per capire cosa ne sa la gente di queste cose. Sentiamo cosa ci hanno risposto.

Intervistato: 1

LF: In Paesi come l’Africa la gente muore di fame. Però coltiva banane. Perché…

I: Eh io la realtà di quei Paesi la conosco ben poco… penso e spero per loro che possano sopravvivere con il minimo, cioè mentre noi siamo in una società di consumi, loro assolutamente non pensano di potere sfruttare i loro simili, cioè voglio dire, in un campo di patate, o di campo di tabacco piuttosto che di papaya o di cose, cioè…lavorano per coltivare per il proprio padrone locale o non si sa di dove, però possono anche poter avere quel minimo a fine mese, laddove però questo esiste, non certo in Paesi molto poveri come non so io, tipo Sudafrica, nel Burundi non so io, cioè dove c’è aridità questo non avviene, infatti c’è la fame nel mondo, cioè nei Paesi aridi; nei Paesi dove ci può essere un minimo di coltivazione, penso che ne possano usufruire anche le stesse persone che lavorano i territori, penso, spero.

LF: Semplificando, se noi dobbiamo attribuire una causa alla fame nel mondo è soprattutto dovuto a una questione di terreni aridi, e alla natura, insomma.

I: Questo in parte, e anche per come questi governi gestiscono, perché anche loro come in Italia, producono, producono per esportare, quindi il ricavato questo governo poi molto probabilmente lo tengono per sé, dando proprio le briciole a chi lavora, a chi sta nei campi tutto il giorno, però c’è la possibilità di coltivare i campi, dove c’è aridità…

LF: Quindi lei dice “in Africa soffrono la fame perché le banane son piccole e non hanno abbastanza da mangiare…”?

I: No, non hanno mercato qua, perché qui noi compriamo quando tutto è bello e brilla

LF: E perché non coltivano quello che gli serve per mangiare, per sfamarsi?

I: Beh, tante volte la gente è educata male, non è capace, non è preparata…

LF: Quindi è un problema di educazione?

I: Anche.

Intervistato 2:

LF: Noi siamo coinvolti in questo?

I: Piuttosto che portare giù soldi, è meglio portare giù certi esperti, pagati dal paese europeo e insegnare loro come arare, come preparare, dove andare a prendere l'acqua, in che modo preparare l'acqua e non chiedere sempre la fame, l'elemosina.

LF: Quindi secondo lei è un problema loro, che dovrebbero risolvere internamente?

I: Purtroppo si. Anche quando il Papa dice “muoiono di fame”, ma chi li governa? Andate a beccare chi li governa! Porca miseria, chi è che comanda lì? E invece fanno le cose atomiche, ha capito? È quello che dico! Non è giusto, dovrebbero beccare I comandanti, I governatori di quei Paesi dove fanno morire la gente.

Intervistato 3:

LF: (…) sappiamo tutti che in Africa c’è un problema di fame non indifferente, allora perchè l’Africa esporta i cereali verso l’Europa invece che consumarli?

I: Bah, sarà legato ad una loro politica, una politica che tende a fare cassa subito, quindi le risorse che hanno cercano di venderle ai Paesi industrializzati, quindi economicamente forti.

 

Quindi, secondo le risposte che abbiamo ricevuto...le principali cause della fame nel mondo, soprattutto in Africa, sarebbero da attribuire a condizioni climatiche, come l’aridità,  a condizioni sociali come la mancanza di educazione e di capacità di procurarsi da vivere, e poi a una tendenza a voler guadagnare tutto subito vendendo ai Paesi ricchi del Nord del mondo. Noi non avremmo delle responsabilità a livello personale, ma solo a livello di macro-politiche, in quanto i Paesi del Nord dovrebbero esportare conoscenze tecniche, e poi spesso sarebbe un problema interno ai Paesi del Sud del mondo, che hanno dei cattivi governanti.

Ma quanti sono gli affamati nel mondo? dove sono? Chi sono? Ascoltiamo questa scheda.

 

Nel giugno del 2009 la FAO ha pubblicato le nuove stime sulla fame nel mondo. Secondo i primi dati è stato raggiunto un nuovo livello storico allarmante: oltre un miliardo di persone (1.200.000 si stima) non sono in condizione di soddisfare i propri bisogni alimentari. Una persona su sei.

La fame continua a crescere.

Mentre nel corso degli anni ‘80 e nella prima metà degli anni '90 c'è stato un discreto miglioramento nella riduzione della fame cronica nel mondo, essa ha invece mostrato un trend di continua crescita nell'ultimo decennio.  Quasi l'intera popolazione sotto-nutrita vive nei paesi in via di sviluppo. In Asia e nel Pacifico oltre 700 milioni di persone soffrono di denutrizione cronica; nell'Africa Sub-Sahariana sono oltre 300 milioni; in America Latina e nei Caraibi, nel Vicino Oriente e nel Nord Africa oltre 50 milioni; nei paesi sviluppati la stima è di 15/20 milioni in totale. 

“Questo aumento della fame a livello mondiale non è la conseguenza di raccolti non soddisfacenti, che anzi continuano a crescere in quantità, ma della crisi economica mondiale che ha ridotto i redditi e aumentato la disoccupazione. Il che ha ulteriormente ridotto le possibilità di accesso al cibo per i poveri. La pericolosa combinazione della recessione economica mondiale e dei persistenti alti prezzi dei beni alimentari in molti paesi ha portato circa 100 milioni di persone in più rispetto all'anno scorso oltre la soglia della denutrizione e della povertà croniche," ha detto il Direttore Generale della FAO Jacques Diouf. "Questa silenziosa crisi alimentare - che colpisce un sesto dell'intera popolazione mondiale - costituisce un serio rischio per la pace e la sicurezza nel mondo. Abbiamo urgentemente bisogno di creare un largo consenso riguardo al totale e rapido sradicamento della fame nel mondo, ed intraprendere le azioni necessarie ad ottenerlo” ha concluso Diouf. 

 

Ma perché se il cibo non manca continuano ad aumentare gli affamati …?

Chi dovrebbe garantire il diritto all'alimentazione...?

Come possiamo combattere la fame nle mondo?

Per chiarirci le idee siamo andati a intervistare tre persone

 

Sono Sergio Marelli, ho 52 anni, nella vita mi occupo di Organizzazioni Non Governative, in particolare dirigo una Federazione, quella delle ONG Cattoliche (FOCSIV), e in questo momento sono anche Presidente dell’Associazione Nazionale di tutte le ONG che si occupano di solidarietà e di cooperazione allo sviluppo e di progetti di emergenza.

LF: Perché esiste ancora la fame nel mondo? Chi ne è responsabile?

SM: Mah, la fame esiste non certo perché mancano gli alimenti, tutti i dati della comunità scientifica e della Fao, l’Agenzia ONU che si occupa di alimentazione e di agricoltura, riconoscono che c’è cibo sufficiente per sfamare tutti gli uomini e tutte le donne del Pianeta. Quindi a questa domanda complessa si può rispondere in maniera semplice: oggi la fame nel mondo esiste ancora perché c’è un’ingiusta distribuzione di quegli alimenti, del cibo, che oggi esiste, quindi è fondamentalmente un problema di distribuzione di questi alimenti da cui deriva sicuramente la constatazione che tra le principali cause, o tra i principali responsabili della fame nel mondo, vi sono le grandi imprese multinazionali che non si preoccupano di distribuire il cibo a tutte le persone, quanto piuttosto di aumentare i loro profitti. I responsabili sono le popolazioni del Nord del mondo, che sprecando e consumando molto di più di quanto sarebbe necessario, oggi si accaparrano l’80% delle risorse, lasciando il restante 20% delle risorse all’80% della popolazione. C’è una profonda ingiustizia nella distribuzione degli alimenti, e nel consumo di questi.

 

Mi chiamo Antonio Onorati e ho più di sessant'anni, anzi sessantuno e che cosa faccio nella vita questo già è un po' più complicato... [...] sono presidente del Centro Internazionale Crocevia; poi sono punto focale Internazionale del Comitato Internazionale Sovranità Alimentari, quello che ha organizzato tutte le baraonde di fronte alla Fao negli ultimi 15 anni , del '96 in poi.

LF: Ci spieghi perché il diritto all'alimentazione è, secondo te e secondo tanti, un diritto umano fondamentale.

AO: Bah, questo punto lo puoi affrontare sia in termini molto teorici, no considerando che i diritti umani fondamentali sono quelli che devono essere goduti prima di tutto a titolo di ogni persona, e quindi sono diritti individuali irrinunciabili. Non aggiungo a questa parte, diciamo, quelli che sono i diritti collettivi irrinunciabili per non far la cosa troppo complicata, ma è evidente che il diritto all'alimentazione è il diritto umano alla sopravvivenza e quindi come tale è il diritto umano fondamentale tra i quelli fondamentali.  [...]

LF: E' l'Onu il responsabile della garanzia di questo diritto, cioè chi è il responsabile di garantire questo diritto

AO: Aah! Allora la garanzia del diritto al cibo. Cioè il riconoscimento è un riconoscimento delle Nazioni Unite quindi è obbligatorio per tutti gli Stati. Le modalità dell'implementazione, e... diciamo così lo strumento maggiore di questo sono le Linee guida per l'implementazione del diritto al cibo, quindi sono le Linee guida. Queste Linee guida non sono obbligatorie, mentre il diritto al cibo è un obbligo dei governi e degli Stati; quindi la responsabilità è degli Stati. Come farlo a metterlo in pratica: ci sono delle Linee guida e queste sono state negoziate ed accordate, quindi riconosciute, all'interno della Fao. E quindi chi deve controllare se i governi si attengono o rispettano il diritto al cibo essenzialmente è la Fao attraverso  l'implementazione, e il monitoraggio dell'implementazione, delle Linee guida. Ma la responsabilità, come sai, deriva dalla sovranità degli Stati; e qui c'è il primo elemento negativo. In verità non c'è nessuno strumento che ti consente di ricorrere in giustizia automaticamente per la violazione di questo diritto. E questo è un po' il problema. Quindi non c'è un trattato sul diritto al cibo; c'è un obbligo perché essendo membro delle Nazioni Unite hai firmato e quindi devi rispettare l'obbligo.  [...] Non c'è un Trattato Internazionale sul Diritto al Cibo, noi abbiamo proposto un Trattato Internazionale per il Diritto alla Sovranità Alimentare, di cui il diritto al cibo è una componente.

 

Mi chiamo Andrea Ferrante, sono del ’65, ho 44 anni, sono un agronomo, in famiglia abbiamo un’azienda agricola, facciamo ortaggi e vendita diretta nel sistema di distribuzione nel Viterbese.

LAST FOOD: E basta? Fai solo l’agronomo nella vita…..?

AF: Ah si, sono il presidente dell’AIAB.

LF: Ok, Associazione Italiana…

AF: Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica […]

LF: Che cos’è per te la sovranità alimentare.

AF: La sovranità alimentare è il mio diritto di godermi la possibilità di mangiare quello che voglio io, e quel mangiare che voglio io dietro c’è una società rurale che può continuare a vivere e a testimoniare ogni giorno che un altro modello di produzione e consumo è possibile.

LF:Perché la sovranità alimentare può essere la risposta ai problemi della fame, del sottosviluppo, e di tutto quello di cui si parla alle Nazioni Unite.

AF: Perché la sovranità alimentare rimette al centro l’importanza del contadino, dell’agricoltore che produce cibo e lo produce per il proprio mercato locale. E i mercati locali sono gli unici che veramente possono dare accesso al cibo per tutti. La favola che c’è qualcuno da qualche parte del mondo che possa alimentare tutto il mondo è una bugia grossolana. Quel modello che è il modello agroindustriale è fallito perché è quello dominante e produce un miliardo di persone che soffrono la fame. Oggi invece dobbiamo dare la possibilità a tutti i contadini di accedere alle proprie risorse, alla terra, all’acqua, alla biodiversità, produrre, e possono produrre per tutti. Dare accesso al cibo giusto e culturalmente legato alle proprie tradizioni a tutti quanti. Questa è la sola risposta che permetterà a tutti veramente di accedere al cibo.

 

LF: è possibile per un consumatore europeo contribuire con le proprie scelte di vita e di consumo alla lotta alla fame nel mondo? Come?

Sergio Marelli: Fino ad adesso abbiamo sottolineato le grandi responsabilità che hanno anche i governi e le Organizzazioni Internazionali, e questo è vero, e perché solamente con una profonda modificazione di queste politiche e delle politiche produttive e delle politiche di commercio internazionale si potrà lottare efficacemente contro la fame nel mondo. Ciò nondimeno che anche i cittadini, anche le singole persone, hanno e possono avere una grande responsabilità nel contribuire a risolvere questo enorme problema che affligge una persona su 5 a livello mondiale. Quindi gli stili di vita bio-responsabili, e cioè il non sprecare il cibo, e cioè avere dei comportamenti compatibili con l’ambiente, e cioè consumare i prodotti che son prodotti vicino a casa senza appunto ricorrere a prodotti esportati dai Paesi poveri, questi sono alcuni esempi di come ognuno personalmente, quotidianamente nelle piccole scelte può contribuire a risolvere questo problema, che è uno dei problemi più scandalosi e più grossi a livello mondiale.

 

Bene, ora abbiamo le idee più chiare.

Il diritto all'alimentazione è un diritto umano e sono gli stati (sovrani) che devono garantirlo, seguendo le indicazioni che vengono dalle agenzie delle Nazioni unite.  La fame nel mondo non è un problema di quantità di cibo, ma di qualità e di equa distribuzione. Sconfiggere la fame è possibile e tutti possiamo e dobbiamo assumere le nostre responsabilità, perché la fame nel mondo non riguarda solo i poveri, ma tutti noi.

 

LASTFOOD è un laboratorio promosso dall'Assciazione di cooperazione rurale in Africa e America latina nell'ambito del progetto Rural Education. Con il sostegno della Commissione Europea, ufficio di cooperazione Europeaid.

 

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