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VANDANA SHIVA

Page history last edited by giordano golinelli 14 years, 1 month ago

 

Intervista a Vandana Shiva

scienziata, attivista politica, ambientalista

 

 

TEMI: biocarburanti brevetti cereali chimica monocolture multinazionali sementi

 

ASCOLTA

 

Trascrizione

 

 

LAST FOOD -  Buongiorno, siamo di ACRA, una ONG di Milano. Stiamo facendo una trsmissione radiofonica sui cereali e le nostre tre domande verteranno su questo. Vorremmo sapere quali sono i cereali più diffusi nel mondo e perchè proprio quelli.

VS – Gli esseri umani mangiavano fino a 8500 prodotti cereali. C’è un’enorme diversità di cereali e all’interno di ogni specie di cereali c’è altrettanta varietà.Negli ultimi dieci anni i cereali più importanti sono diventati il grano e pazzescamente il mais, che non era nella dieta di nessuno.Questo è accaduto perchè su questi cereali ci sono i  brevetti delle grosse multinazionali che possono quindi fare soldi e più è grossa l’espansione di questi cereali e naturalmente più soldi vengono dai brevetti .La proprietà della terra va ai proprietari grossi ed è sempre più facile per un grande proprietario terriero espropriare il piccolo proprietario ed espropriare con lui quelle coltivazioni e quei semi che utilizzava.  In questo modo potrà andare a massimizzare l’utilizzo dei semi commercializzati dall’azienda multinazionale per poter far sempre più soldi.

LF - Perché tanti Paesi anche poveri producono cereali per l’esportazione invece che per il consumointerno?  e chi lo decide?

VS - Paesi come il Brasile e l’Argentina stanno facendo un’agricoltura quasi esclusivamente a base di soiaper l’esportazione, questo accade perchè aziende come la Monsanto hanno prima invaso illegalmente questi territori e poi hanno reso legali i loro interventi attraverso varie azioni.

LF – Si stanno diffondendo molto le coltivazioni di cereali per produrre biocarburanti, cosa ne pensa?

VS - Lo spostamento dell’agricoltura da genere alimentare a cereali per i biocarburanti è da considerarsi un crimine  contro l’umanità e un crimine contro l’umanità è anche l’espropriazione delle terre per convertire i raccolti per il biocarburante.Si sa che nel 2008 si è arrivati a un 75 % di aumento della fame nel mondo e questo è dovuto in grandissima parte al  allo spostamento, in Europa e negli USA, da raccolti per il cibo a raccolti per il biocarburante. 

 

Altre domande (ascolta le altre domande)

Domanda: Volevo chiederle qualche cosa che riguarda l’ecofemminismo. Lei ha tracciato un parallelismo tra la riproduzione femminile e la riproduzione dei semi e delle colture. Può spiegarci meglio questo concetto e che cosa intende?

Vandana Shiva: Non ho mai creato un parallelo biologico tra la riproduzione femminile e quella dei semi o della biologia in generale, non comunque nel modo in cui è stato interpretato dal patriarcato. La visuale patriarcale è basata sul fatto che la femminilità come la riproduzione è solo una cosa passiva, facile e comunque secondaria rispetto a quella che è la prima cosa importante cioè la produzione e non la riproduzione. In ogni caso qualunque sistema di produzione che non può riprodursi è per definizione non sostenibile e oggi questa cosa la stiamo vedendo molto bene. Sminuire la riproduzione al solo fatto che una cosa riproduce se stessa, per esempio quando un seme si riproduce, non riproduce solo se stesso ma sta riproducendo la vita, questa è la cosa importante. Allo stesso modo anche le donne non riproducono solo se stesse, ma riproducono anche un sistema sociale, attraverso la loro creatività, intelligenza, attraverso il loro lavoro e socializzazione ed è questa che noi chiamiamo “ecofemminismo” e da qui viene l’ecosostenibilità femminile.

Domanda: Un’altra cosa: per quanto concerne la proprietà intellettuale, mi chiedevo al giorno d’oggi secondo lei cosa possa significare “scoprire”, se la scoperta è qualcosa di individuale o è un processo sociale continuo, qual è il suo punto di vista?

Vandana Shiva: La scoperta significa trovare ciò che già esiste, mentre l’invenzione vuol dire trovare ed inventare qualcosa di nuovo. La proprietà intellettuale e i brevetti dovrebbero essere dati solo per le invenzioni. Tuttavia quando la proprietà intellettuale inizia ad espandersi sulla natura, sui semi, inizia quel procedimento che Vandana chiama “biopiracy” o “pirateria biologica”. La biopirateria è l’appropriazione indebita di cose che già esistono e di saperi antichi che esistono nelle terre e nei nostri avi da millenni. I saperi tradizionali sono collettivi e sono appunto millenari. I semi che abbiamo oggi sono una selezione millenaria fatta dalla collettività e dagli agricoltori, dai nostri avi, che sono arrivati a noi fino ad oggi. Le multinazionali che oggi ci portano i semi geneticamente modificati in realtà si stanno appropriando di un sapere che esiste da millenni, si stanno appropriando della natura e di tutto il lavoro fatto da molte generazioni di persone e tutto questo lo spacciano come una scoperta loro. Vandana ha personalmente portato avanti tre cause in tribunale per il basmati, per il neem e per le granaglie locali, dimostrando che queste cose erano già conosciute prima che venissero brevettati i semi da grandi multinazionali e ha vinto tutte e tre le cause. La biopirateria di ultima generazione che si stanno preparando a combattere è una biopirateria a larghissimo spettro. Stiamo parlando di 530 brevetti su qualunque tipo di raccolto, di seme o di pianta, che possa aiutare a combattere i cambiamenti climatici o meglio, i raccolti rovinati dai cambiamenti climatici, parliamo di calore, di inondazioni, di fango. Queste sementi esistevano prima. L’associazione Navania (???) ha aiutato a divulgare l’esistenza e portare questi semi ed è per questo che la biopirateria diventa estremamente pericolosa ed è la novità del momento.

Domanda: Qual è il potere dei consumatori di cui lei ha tanto parlato e come è possibile utilizzarlo al meglio?

Vandana Shiva: E’ l’essere umano che può cambiare le cose, lo abbiamo visto nella storia ogni volta che si è entrati in situazioni di disperazione che necessitavano il cambiamento. E il potere del cambiamento viene dal riuscire a riconoscere che noi siamo agenti del cambiamento e che noi abbiamo in noi tutto il potere per cambiare le cose. Dal punto di vista dei consumatori quello che possiamo fare è ridedicarci all’agricoltura delle nostre zone, comprare questi prodotti per sostenere la nostra agricoltura ma anche a beneficio della nostra salute. La cosa più importante che vede è la connessione diretta tra l’agricoltura e il consumatore, naturalmente per questo ci vuole un grande sforzo, ma nulla di buono è mai venuto senza sforzo, la libertà non arriva se non c’è sforzo, le cose brutte arrivano quando c’è la pigrizia, quindi esorta tutti quanti a fare uno sforzo per continuare ad avere una scelta.

Domanda: Lei crede che le nuove generazioni siano in grado di comprendere tutte queste cose? Voglio dire, i giovani non hanno mai realmente combattuto per i diritti umani. Riescono a comprendere l’importanza del pianeta e di tutto quello che sta accadendo?

Vandana Shiva: Le generazioni più giovani pensano e si comportano a seconda di quello che hanno ereditato. Spesso ciò che ereditano riescono anche a portare avanti, molti dei volontari che vanno a Navania  sono molto giovani e vengono da tutto il mondo per imparare l’agricoltura biologica. Qualunque passo creativo che si faccia per rendere consapevoli i giovani, che può essere attraverso l’insegnamento scolastico ma anche semplicemente portando i giovani a visitare una fattoria, qualunque di questi passi li renderà consapevoli e li preparerà per le decisioni future. Ieri Vandana era in Germania per aiutare un’associazione di agricoltori che sta lottando contro gli OGM e quest’associazione è riuscita a distribuire in tutte le scuole della Baviera un film che spiega ciò che è la verità sugli OGM, “La vita fuori controllo”. Lei dice che dopo aver visto questo filmato nessun giovane può restarne intoccato.

Domanda: Che cosa ne pensa dell’utilizzo che le grandissime marche fanno di termini come “eco”, “bio”, “green”, ad esempio mi viene in mente “underwear bio” e tutte queste cose?

Vandana Shiva: E’ molto facile dipingere di verde qualunque cosa. Ci racconta che nell’82 il Ministero dell’Ambiente le chiese di fare uno studio sull’impatto delle miniere (cave). Naturalmente fu riportata la devastazione che stava accadendo, queste montagne che sparivano, e il Ministero formò un comitato per andare a visitare le cave. Naturalmente andò anche lei e quando arrivarono videro che tutta la montagna, che era bianca in realtà, era stata dipinta di verde e tutti i minatori erano ai piedi della montagna dicendo “vedi? È tutto verde, va tutto bene”. Ho chiesto ai parlamentari di scendere dalla macchina e di andare verso la montagna per vedere loro stessi che quella era vernice e non era verde vero. Quindi ognuno di noi quando sceglie una marca deve capire se stiamo parlando di vernice o di verde vero. L’ultima cosa da dire è che un prodotto realmente “verde”, “bio”, “ecocompatibile” necessariamente viene da un’economia decentralizzata, ed è per questo che bisogna andare a vedere molto bene ciò che non è decentralizzato e locale.

 

La terra è in grado di fornire risorse per 6 miliardi di persone a patto che non continuiamo a fare quello che stiamo facendo oggi.

Il problema è questo, come alimentiamo gli animali, come muoviamo le macchine, il cibo che produciamo, quanto ci costa produrre un certo tipo di cibo. La gran parte del grano prodotto oggi nel mondo non è mangiato in realtà dagli esseri umani. 

Grazie a quello che ho fatto quando mi sono recata l’altro giorno in Germania, parlando anche con il Ministro, a seguito della mia visita, c’è stata una mobilitazione che ha portato al bando di un mais geneticamente modificato, ma allo stesso tempo hanno approvato una patata ogm; se il mais è sicuro come fa ad esserlo la patata e viceversa? Però non è per cibo umano, è utilizzato per carta, mobili e cose di questo tipo.

Il problema è che si produce per scopo industriale, per scopo produttivo, non per l’alimentazione; e allo stesso tempo abbiamo un miliardo di persone che soffrono la fame, sono in carestia.

Il secondo problema è fermare il concetto della monocoltura; quando si fa monocoltura si sperpera il suolo, stiamo praticamente sprecando il dono della luce solare; l’esperienza della mia Associazione mostra che usando una biocoltura diversificata si può produrre molto di più; adesso c’è un Associazione di scienziati a livello internazionale riguardante l’agricoltura, sono 400 scienziati che lavorano da 4 anni a livello internazionale, che dice che nessuna forma di agricoltura che faccia uso di pesticidi o agenti chimici, o faccia uso di ogm, può produrre quanto l’agricoltura tradizionale basata sulla tradizione e soprattutto sulla biodiversità e non sulla monocoltura. 

La crescita della popolazione è data anche dallo sradicamento della gente dalla terra; in genere la popolazione cala in seguito alla crescita in sicurezza. La storia dimostra, storicamente è dimostrato, quando si rimuove la gente dalle terre natali, si ha poi una crescita della popolazione; ho dedicato larga parte del mio libro “Democrazia della terra” a quest’argomento: le piccole aziende agricole, la piccola agricoltura fatta da piccole comunità è la miglior risposta a questo problema della popolazione. 

Vi faccio due esempi: al tempo della rivoluzione industriale, la classe industriale voleva sempre più terreno per avere più materia per l’industria tessile; in quei tempi c’è stato un famoso episodio che si chiamava “inclusione dei comuni” e in Scozia era stato chiamato letteralmente “la pulizia delle terre alte”, quelle al nord della Scozia. Quando la gente fu rimossa dalle “highlands” ci fu l’esplosione demografica in Scozia. Questo è un esempio di come la rivoluzione industriale abbia portato ad un aumento della popolazione nella rimozione dalle aree rurali. Non si notava perché questa gente è stata portata via mare, su barca, verso il Canada, gli Stati Uniti e in Australia. In Canada c’è infatti una provincia chiamata Nuova Scozia.  

Una delle prime cose che hanno fatto gli inglesi nel dominio sull’India è stato quello di cambiare le norme e i regolamenti riguardo la proprietà della terra. Il 1767 è stato l’anno in cui l’Inghilterra ha stabilito il controllo con la Compagnia delle Indie. Fino al 1700 la popolazione era stabile, perché in India hanno registrazioni che risalgono a molto tempo addietro, ma come si è iniziato a spostare la popolazione dalla terra natale.. normalmente la crescita di popolazione è presentata come un boom, come qualcosa di positivo, si parla di boom per esempio come di quello che riguarda le donne, comunque viene visto come positivo l’esplosione della popolazione… ma il fatto della crescita o della decrescita della popolazione non è un fatto meramente biologico, è una decisione razionale a livello economico. Se la tua terra è stata presa, ogni giorno tu devi vendere il tuo lavoro per sopravvivere. 

Una cosa simile anche qui in Roma: attualmente voi non avete più un rinnovamento della popolazione, c’è il problema della mancanza di bambini e dell’invecchiamento della popolazione, è qualcosa che è come se fosse stato pianificato. 

L’eccesso di ricchezza o l’eccesso di povertà sono due lati della stessa medaglia; in un caso sei troppo ricco per avere un figlio, nell’altro sei troppo povero per dargli da mangiare e ne hai tanti. In entrambi i casi il livello di riproduzione sociale determina poi la situazione.

Per uno studio che è stato fatto in India sulla popolazione negli anni ’70, un autore si era messo ad osservare come mai nel Punjab ci fossero così tanti bambini e la risposta fu molto semplicemente: <<il padrone, il ricco può comprare il suo prossimo trattore, io posso avere solo il mio prossimo figlio>>. Quando la tua ultima risorsa che ti rimane è la tua forza lavoro, moltiplicate questo per la necessità di sopravvivere. Quindi il recupero delle risorse, l’inclusione dei comuni, è legata la sostenibilità della popolazione alla sostenibilità dello sviluppo.

 

 

Domande dal pubblico.

 

 

● (…) il mio critico mi chiede di chiarire la Sua partecipazione effettiva al Movimento Cipko, perché sembra che Lei non abbia fattivamente partecipato al movimento ma abbia semplicemente scritto un libro con suo marito a riguardo del Movimento.

● Come fa a sapere che gli ogm sono diversi dalle varietà ottenute con breading classico?

● Come spiega la crescita in ettari di piantagioni ogm?

 

 

Prima di tutto io ero solo una studentessa universitaria e sottolineo, ero solo una volontaria. Ho scritto il libro, rimanendo viva nell’ ’88, Cipko era una cosa nata negli anni ’70, e nella mia logica, essere volontari significa partecipare.

 

 

In secondo luogo, io sono una fisica, e il mio training di tipo scientifico mi ha dato anche, ovviamente, la capacità di comprendere le problematiche scientifiche. Non c’è bisogno di essere un biologo, o un biologo molecolare per capire che un gene alieno, estraneo, introdotto in un altro organismo, ovviamente crea qualcosa di diverso. Non c’è bisogno di essere scienziati per capire questo concetto. Il problema con le multinazionali è che vendono ogm, organismi geneticamente modificati, al posto di quelli tradizionali e sostengono che sia un principio di sostanziale equivalenza; allora dovrebbe essere solo una cosa naturale. Per la stessa cosa noi abbiamo creato una cosa nuova in realtà, ma la stessa cosa non può essere nuova e naturale al tempo stesso: questa è schizofrenia da letteratura.

 

 

Per quel che riguarda la diffusione degli ogm, è la stessa ragione per cui sempre più gente sta bevendo acqua in bottiglia; se le grandi compagnie hanno il monopolio,fanno pubblicità, e vengono distrutte le alternative dalle stesse società; così per gli ogm, come per le acque minerali, ciò che non è necessariamente buono per la salute, prima o poi conosce un calo, ma in condizioni di monopolio questo ovviamente non è vero, si può vendere qualcosa di cattivo, è questione di potere. La diffusione di ogm dimostra solo una cosa, quanto sia forte il potere del monopolio.

 

 

●  (..) Perché è difficile avere rappresentanza politica nelle istituzioni, come si può fare perché la   voce del cittadino abbia rappresentanza parlamentare (..)?

 

 

Credo che i movimenti abbiano due dimensioni, una è la resistenza, l’altra è la costruzione di alternativa costruttiva, fattibile, ed è quando queste due riescono ad essere combinate all’interno del movimento che i movimenti riescono con una certa costanza a cambiare le priorità politiche.

Sappiamo che le strutture governative, specialmente ad alto livello, sono molto sotto il controllo delle grandi multinazionali, più ci si allontana dalla base, dal terreno e maggiore è il controllo delle multinazionali. Più stai vicino alla tua base, al terreno, maggiore è la possibilità con la quale movimenti ed istituzioni riescono a lavorare insieme.

Se si prende l’esempio di zone libere da ogm di cui si parlava prima, sono tutte a livello subnazionale. Invece a livello, per esempio, della Comunità Europea, alto, hai il completo controllo delle multinazionali. Anche i governi nazionali stanno avendo le loro buone difficoltà con la Comunità Europea; per esempio, l’Autorità per l’Igiene e la Sicurezza del Cibo in Europa, in qualche modo, dà sempre ragione a ciò che è ogm, nel frattempo, però, la gente vorrebbe cibo libero da ogm. Questa distanza, questa separazione che ormai c’è tra i governi e i movimenti è un chiaro riflesso della difficoltà della democrazia rappresentativa quando questa viene controllata dalle grandi aziende; ecco perché si vede sempre un maggior utilizzo di soldi per le campagne elettorali… e non c’è bisogno di parlarne agli Italiani.

 

Ci sono due modi per superare questa situazione:

il primo modo è quello che passa attraverso i movimenti e la società civile, i movimenti che hanno il coraggio di porre dei limiti, di dire No con le loro proteste e quindi di farsi sentire e in qualche modo influenzare le decisioni dei governi. Questo è ciò che io chiamo democrazia della terra.

Il secondo modo è quello di continuare a spingere in modo costante ciò che è davvero importante per le persone, ovvero le agende reali, e cercare di portarle nelle agende dei governi.

Uno dei più grossi problemi in India nell’ultimo anno, nel 2008, è stato quello dell’appropriazione del terreno agricolo da parte di grosse compagnie. Nelle recenti elezioni di maggio in realtà non importava da quale partito venisse un politico, purché desse supporto alla fine di questo procedimento e desse supporto agli agricoltori.

 

Vi ho già detto che arrivo dalla Bavaria, dove sono proprio gli agricoltori che stanno cambiando il contesto e stanno cercando di obbligare i loro politici per lavorare sempre di più per zone libere da ogm.

In ultima analisi si tratta di una gara tra il potere monetario e il potere delle persone, che viene dal popolo. Se noi rimaniamo compiacenti e indifferenti, è chiaro che il potere dei soldi continuerà a vincere. Fino a quando ci sarà un impegno civile, fino a quando si continuerà a lottare, sarà solo questo impegno che potrà spezzare questo circolo vizioso di soldi che producono politica, che produce benessere economico per pochi.

Un ultima cosa che vorrei dire è che in questi tempi duri, non c’è nessuno stereotipo, nessun modo standard per portare il cambiamento. La nostra politica si deve basare sulla biodiversità, più diversità e più possibilità di cambiare le cose avremo.

 

 

● (…) Quali sono, a Suo avviso, i passi che possiamo e dobbiamo compiere per fare del 2010 l’anno della sovranità alimentare, anche qui, nel nostro Paese?

 

 

Uno dei primi passi è quello di creare una connessione diretta tra i produttori di cibo e i consumatori di cibo. I produttori di cibo vengono spinti fuori dalla produzione a causa di un sistema ingiusto, i consumatori non riescono ad accedere a cibo che fa bene a noi, che fa bene alla salute. Sta nella separazione di queste due entità il profitto e il potere delle grandi multinazionali.

La connessione diretta, l’importanza di cose come i GAS, risolverebbe questo problema, portando a diretto contatto gli agricoltori che hanno il problema di non riuscire più a sopravvivere e i consumatori che hanno il problema di non poter più mangiare in modo decente.

I mercati, i mercatini, sono un primo grande passo, ma dobbiamo anche pensare a fare delle provviste dirette, degli acquisti diretti e da casa nostra andare direttamente dagli agricoltori. Un modo per esempio è quello di creare comunità come l’Associazione Navania che comprendono sia gli agricoltori, sia i consumatori.

Credo che molti istituzioni, quali le scuole o gli ospedali, possano essere assolutamente importanti per creare questo cambiamento. Il segreto sta nel creare, nel costruire delle alleanze, di trovare sempre più persone che la pensano come voi, come noi, e che catalizzino il momento per creare cambiamento.

 

 

● E’ di ieri l’allerta della FAO per la crescita costante del numero degli affamati; (…) si dice che il pianeta sia in grado di soddisfare la fame di tutti, ma c’è una radicalizzazione dell’appropriazione delle risorse naturali e della terra. Vorrei domandare un commento su due fenomeni: il primo è rispetto agli agrocarburanti, il secondo rispetto all’offensiva per l’appropriazione di terre che le potenze emergenti stanno attuando, soprattutto in Africa.

 

L’incremento della fame nel mondo, in realtà, precede il picco della crisi economica; l’annuncio della grande crisi dell’agricoltura e della fame è stato in maggio, mentre Wall Street è collassato in settembre.

C’erano tre principali ragioni per questa crisi del cibo e l’aumento vertiginoso dei prezzi del cibo:

la prima è evidentemente quello dello spostamento della produzione dal cibo alla produzione di biocarburanti;

la seconda è stato l’ingresso repentino degli interessi speculativi all’interno della produzione agricola, e questo è successo quando c’è stata la grande caduta della speculazione immobiliare;

la terza ragione è che con gli accordi fatti con la WTO, grandi aziende come la Kargil sono riuscite a portare sotto il proprio controllo una serie di cose, affinché basti alla Kargil un piccolissimo movimento in una posto del mondo che loro riescono a moltiplicare l’effetto di questo movimento  dove vogliono nel mondo, perché tutto sia sotto il loro controllo.

Mentre i prezzi aumentavano e la gente povera stava mangiando sempre meno, le grosse aziende come Kargil e Monsanto stavano raddoppiando i loro profitti.

 

Per quanto riguarda i trattati internazionali c’è l’impressione che il momento degli accordi multilaterali stia forse andando a morire e che si va molto più verso gli accordi regionali. La crisi del cibo in questo momento è talmente profonda non tanto per il numero delle persone, o non solo per il numero delle persone che stanno morendo, quanto per il modo in cui abbiamo iniziato a fare agricoltura. Né gli accordi multilaterale, bilaterali o regionali, nessuno di loro sarà in grado di guardare bene e risolvere questi problemi.

Le soluzioni verranno solamente dalla messa in pratica di molte cose da parte di centinaia di migliaia di individui, di persone.

 

Credo fermamente nella filosofia e nel concetto della sovranità alimentare, fondamentalmente questo significa dare possibilità agli agricoltori di coltivare abbastanza cibo nelle loro zone, nel modo in cui loro vogliono produrlo e dare potere alle persone che vogliono mangiare prodotti liberi da ogm di scegliere dove e come andarli ad acquistare.

 

Vedremo sicuramente nei prossimi anni una grande battaglia tra chi vuole continuare con il metodo attuale appropriandosi delle terre e imponendo i propri semi e chi vuole invece restare libero e poter gestire localmente l’agricoltura; c’è violenza e forse crescerà questa violenza, basta vedere cosa è successo di recente in Perù.

 

Trovo profondamente ingiusto che rimangano grandi appezzamenti di terra non coltivata mentre gli agricoltori vengono forzati, allontanati dalle loro terre perché ci possa poi essere successivamente una corsa per appropriarsi di queste terre ed utilizzarle poi per cereali per carburanti e biopetroli etc.

 

 

● Quali sono le azioni che possiamo compiere, noi, nel nostro piccolo, per invertire la tendenza attuale, per combattere contro queste multinazionali interessate solo al profitto e per dare un contributo a noi stessi e al pianeta?

 

E’ una risposta impossibile da dare. Ogni persona deve trovare il proprio seme.

 

Per approfondire:

 

Federazione internazionale dei movimenti cattolici di contadini adulti. (Inglese, Francese, Spagnolo).

Movimento contadino internazionale. (Inglese, Francese, Spagnolo).

 

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