Imperialismo, neo-liberismo, neocolonialismo, patriarcato e tutti i sistemi che impoveriscono vita, risorse ed ecosistemi, e gli agenti che esercitano un ruolo dall’alto come gli istituti finanziari internazionali, l’organizzazione Mondiale del Commercio, gli accordi di libero scambio, le imprese multinazionali e i governi che si oppongono ai loro popoli;
il dumping sui prodotti alimentari a prezzi inferiori al costo di produzione nell’economia globale;
il dominio che le imprese esercitano sul nostro cibo e sui sistemi di produzione alimentare, dando in questo modo la precedenza ai profitti piuttosto che alle persone, alla salute e all’ambiente;
tecnologie e pratiche che tagliano le nostre capacità di produrre cibo in futuro, danneggiano l’ambiente e mettono a repentaglio la nostra salute. Con ciò intendiamo coltivazioni ed animali transgenici, tecnologia distruttiva, acquacoltura industriale e pratiche di pesca selvaggia, la cosiddetta Rivoluzione Bianca delle pratiche industriali dei caseifici, la cosiddetta (vecchia e poi nuova) Rivoluzione Verde, i Deserti Verdi delle monocolture da biocarburante ed altre piantagioni;
la privatizzazione e mercificazione del cibo, dei servizi pubblici essenziali, della conoscenza, della terra, dell’acqua, delle sementi, del bestiame e della nostra eredità naturale;
guerre, conflitti, occupazioni, blocchi economici, fame, deportazioni di genti e confisca delle loro terre, e tutte le forze e i governi che causano e appoggiano tutto ciò;
i programmi di ricostruzione dopo disastri e conflitti che distruggono i nostri ambienti e le nostre capacità;
la criminalizzazione di tutti coloro i quali combattono per salvare e difendere i nostri diritti;
aiuti alimentari che mascherano il dumping, introducono OGM negli habitat locali e nelle catene alimentari e creano nuove forme di colonialismo;
l’internazionalizzazione e globalizzazione dei valori paternalistici e patriarcali che marginalizzano la donna e le diverse comunità agricole, pastorali, indigene ed ittiche in tutto il mondo.
(fonte: Nyéléni declaration, www.nyeleni.org)
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